Caccia al patrimonio disperso della famiglia Martelli

Un tesoro d’arte sacra Martelli nella chiesa dei Santi Quirico e Giulitta a Capalle (Campi Bisenzio)

parato appartenuto al vescovo Giuseppe Maria Martelli
vescovo Giuseppe Maria Martelli
parato appartenuto al vescovo Giuseppe Maria Martelli
parato appartenuto al vescovo Giuseppe Maria Martelli
parato  appartenuto al vescovo Giuseppe Maria Martelli

Si tratta di un parato di gran pregio appartenuto al vescovo Giuseppe Maria Martelli che testimonia, ancora una volta, il valore della casata fiorentina anche al di fuori della città di Firenze. Su Giuseppe Maria Martelli, il cui volto è ritratto all’interno di un clipeo in mosaico nella cappella di famiglia nella Chiesa dei Santi Michele e Gaetano a Firenze, abbiamo molte notizie. Il Martelli, membro dell’Accademia della Crusca, è ricordato anche grazie all’abilità oratoria e di scrittura, oltre che per la carriera ecclesiastica intrapresa1. Nacque nel 1678 da Francesco Martelli (1633-1717)2. Nel 1685 divenne Cavaliere di Santo Stefano. Canonico all’età di vent’anni e nel 1720 priore della Basilica di San Lorenzo in Firenze. Il 2 marzo 1722 papa Innocenzo XIII lo nominò Arcivescovo di Firenze. In quella veste si occupò delle indulgenze recandosi nei seminari e visitando le numerose parrocchie della diocesi. A lui si deve il totale rifacimento del Palazzo Arcivescovile di Firenze. In un periodico fiorentino del 1853 si ha notizia di una interessante donazione dell’Arcivescovo alla mensa arcivescovile: si trattava di una villa nella località di Capalle, a Campi Bisenzio3. Fu probabilmente in occasione di una delle consuete visite nel territorio della diocesi, che l’arcivescovo Giuseppe Maria Martelli si recò nella chiesa dei Santi Quirico e Giulitta a Capalle, e che, acquistò la famosa villa “il Palagione”, confinante con la chiesa4 pensando all’utilità della canonica per la Mensa Arcivescovile5.

Per la Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta, Giuseppe Maria Martelli fece eseguire questo paramento liturgico, che resta a testimonianza della sua attività dedicata al luogo6.

Il paramento si conserva completo di tutte le sue parti. Non solo la pianeta, ma anche due dalmatiche, due stole e tre manipoli con frange. La decorazione è a motivo damascato con foglie d’acanto e fiori, il tessuto è una pregiata seta di colore rosso e bianco. Ciò che tuttavia permette di attribuire al vescovo Giuseppe Maria Martelli questi oggetti è senz’altro lo stemma Martelli, stemma cardinalizio con cappello verde e dodici nappe a tre ordini, ricamato in fondo alla pianeta. Si ringrazia per la segnalazione Annalisa Innocenti.

Cristiana Danieli


1 A. Civai, Dipinti e sculture in casa Martelli. storia di una collezione patrizia fiorentina dal Quattrocento all’Ottocento, Firenze, Opus Libri, 1990, pp. 81-84.
2 Francesco Martelli fu celebre per le sue abilità politiche, oltre che per gli incarichi ecclesiastici ricoperti. Aveva preso i voti intorno al 1670 e la sua ascesa fu molto rapida: nell’arco di un anno, nel 1675, passò dall’essere sotto diacono a diacono e sacerdote. Poi vescovo della città di Corinto. Al contempo era un abile diplomatico: il suo incarico di nunzio in Polonia era determinante nella mediazione tra la Polonia, Vienna e Mosca nella questione dell’Alleanza Anti-turca. Nel 1706 fu fatto cardinale e ricevette la berretta cardinalizia con il titolo di Sant’Eusebio. Morì a Roma nel 1717.
3 Il fiorentino istruito nelle cose della sua patria. Calendario per l’anno bisestile 1852. Anno Settimo, Firenze, Tipografia di Niccola Fabbrini, edizione 1853, p. 146.
4 C. C. Calzolari, L’Archivio Arcivescovile di Firenze, in Rassegna storica toscana: società Toscana per la Storia del Risorgimento, vol. III, fasc. 1, Firenze, pp. 167, 168.
5 N. Delli (a cura di), Le reliquie dei Santi di Capalle, San Donnino (Firenze), Florentia sas, 2003, pp. 18-20.
6 G. Aranci (a cura di), L'archivio della Mensa arcivescovile di Firenze, Firenze, Pagnini,1996.